martedì 21 dicembre 2010

Donne martiri

Probabilmente molte donne, votate crocerossine, poi dolorosamente convertite in martiri dei loro uomini, pensano in questo modo di innalzare il loro valore di fronte a un qualcosa o un qualcuno che un giorno le ripagherà per tutto quello che hanno dovuto sopportare in nome dell'unità familiare.
Invece quel giorno in cui aspetti la tua ricompensa, sono i figli a presentarti il conto perché si trasformano nel tuo uomo che tanto ti ha fatto soffrire mentre tu amorevolmente accudivi i suoi pargoli.
Certo l'unità familiare sì, accudire i propri pargoli sì, ma sopportare in silenzio chiunque e qualunque cosa non pare portare niente di buono, se non altro e altri da sopportare.
Solo il modo per parlare, per aprire gli occhi, per alzare la testa, solo il modo è la cosa che ci deve interessare, che dobbiamo ricercare, il silenzio di una donna che soffre è il dolore della sua amata progenie che si avvia a seguire le sue orme.

Buona giornata a tutte le donne che combattono, ma non fanno guerre :)

domenica 12 dicembre 2010

Pace fatta

Gli ci sono voluti un po' di giorni, ma alla fine ce l'ha fatta, certo io mi mettevo a tiro di bacio, ma sono molto felice che sia riuscito a fare il primo passo per rappacificarci attirandomi a sè per baciarmi e poi abbiamo fatto la pace alla vecchia maniera. Mo sono felice che questa mattina siamo riusciti a trovare anche uno spazio per le parole. Lui dice che si è eclissato per alcune ore nella notte perché era arrabbiato e che non credeva che io mi preoccupassi per lui. Io gli ho detto che secondo me essere arrabbiato non può essere una giustificazione sufficiente per scomparire e farmi temere che sia morto o finito chissà dove. Poi altre cose di cui parlerò in seguito.
Buona giornata :)

venerdì 10 dicembre 2010

E allora leggiamo un bel libro

Oggi invece di tediarvi con le mie disavventure sentimentali, lui comunque ha scelta l'arma del silenzio per punirmi della mia levata di spirito, oggi dicevo preferisco segnalare un libro recensito con toni entusiastici su D la Repubblica (anno 15° n°7772 del 4 dicembre 2010) a pagina 112 nell'articolo "C'è una fuoriclasse".
Si tratta di "La vita accanto" di Mariapia Veladiano, edito da Einaudi, sarà pubblicato nei primi mesi del 2011. La protagonista è una donna brutta, e già solo questo basterebbe per leggerlo, in ogni caso mi fa piacere condividere l'incipit citato nell'articolo: "Una donna brutta brutta non ha a disposizione nessun punto di vista superiore da cui poter raccontare la propria storia. Nessuna razionalità intatta con cui analizzarla. Non c'è prospettiva d'insieme. Non c'è oggettività. La si racconta dall'angolo in cui la vita ci ha strette, attraverso la fessura che la paura e la vergogna ci lasciano aperta giusto per respirare, giusto per non morire. Una donna brutta non sa dire i propri desideri. Conosce soo quelli che può permettersi".
Buona giornata :)

martedì 7 dicembre 2010

Piatti rotti

Ieri io e lui discutevamo di soldi, io non ero arrabbiata, ero solo animata e presa dal discorso, Uno dei figli è arrivato e gli ha chiesto di non litigare. Lui gli ha risposto con rabba che non stava litigando e poi si è alzato dal tavolo  ha impilato i piatti del pasto e l'ultimo si è rotto. I figli sono rimasti molto impressionati e io in prima persona. Non mi ero resa conto di aver suscitato in lui tanta rabbia. Lo ho evitato, come lui preferisce, per lasciargli sbollire la rabbia, ho poi cercato di sdrammatizzare con i figli.
Ieri pomeriggio è dovuto andare fuori con la macchina, mi sembrava che avesse riacquistato la tranquillità. Invece si è reso telefonicamente irraggiungibile ed è scomparso nel nulla per alcune ore. Io tremavo, temevo che gli potesse essere accaduto qualunque cosa, ho pensato anche di chiamare le forze dell'ordine o gli ospedali. Ero spaventatissima, non mi davo ragione del suo comportamente e quindi credevo che di certo gli era capitato qualcosa di brutto. Quando finalmente è tornato a casa, si comportava come se niente fosse e di fronte alla mie rimostranze reagiva con un atteggiamento del tipo "che cosa vuoi?". Mi ha fatto davvero perdere la pazienza, riesco finalmente a prendere coscienza di come calpesti me, i miei sentimenti, le mie emozioni, la mia dignità senza farsi il benché minimo problema. Aveva voglio di starsene un po' per conto suo e che importa se io tremavo immaginandolo morto sull'asfalto. Mi sono arrabbiata e gli ho detto che è cattivo e che non si merita niente. Lui è uscito, era notte, ed è rientrato dopo un'ora. Da allora non ci siamo più parlati.
Con il tempo sono arrivata a pensare che sia incapace di capire le altrui emozioni e quando sente una necessità le altrui emozioni sono un ostacolo e un attacco alla sua reale possibilità di esistere. Mi sembra mostruoso questo suo tratto. Dopo avermi fatto soffrire per anni, dopo avermi centinaia di volte fatto notare che non può fare niente per cancellare il male del passato, ora inizio a rendermi conto che, mentre mi dice che mi ama e che ha bisogno del mio amore, se sulla sua strada c'è il mio corpo, per soddisfare le sue esigenze non ha nessuno scrupolo, nessuna remora e nessun rimorso a calpestarmi senze il minimo senso di colpa, dispiacere o altro che lo renda umano distinguendolo da un oggetto.

Scusatemi, anche oggi troppo lunga.
Buona giornata :)

lunedì 6 dicembre 2010

Poligamia e lapidazione

Oggi mi è venuto un pensiero che mi faceva piacere condividere i questo piccolo spazio, ma ho pensato che potesse contenere dei pericolosi germi di intolleranza e quindi con molta cautela e con le dovute premesse lo espongo nella speranza che non generi alcun sentimento di intolleranza, ma solo sentimenti di compassione.
Le dovute premesse
Le premesse sono che tutte le religioni sono un tentativo di trascendere l'umano per avvicinarsi al divino; che gli estremisti ci sono in tutte le religioni; che i moderati ci sono in tutte le religioni; che la poligamia si pratica in vari modi nell'islam, ma anche nel cristianesimo (vedi estremisti americani) e a vari titoli e in vari modi più o meno in tutto il mondo.
Il fatto
Fatte le dovute premesse, devo dire che oggi mi è capitato di vedere un video terribile (se siete troppo sensibili non lo guardate) e mentre lo guardavo io non vedevo dei fedeli religiosi, ma uomini carnefici e una povera vittima donna. Si tratta della lapidazione di una donna, atroce, disumano, incomprensibile.
Il pensiero
Fatte le dovute premesse il pensiero è che "al maschile si chiama poligamia, al femminile si chiama lapidazione". E la lapidazione la si può praticare in tanti modi, quanti sono in Italia gli uomini che picchiano, violentano, maltrattano, abusano e uccidono le loro compagne perché non sono come loro le vogliono?

Non voglio lasciare questo post senza spazio per la speranza, la speranza che vi sia compassione per le donne vittime di tutto il mondo e che gli uomini carnefici di tutto il mondo sappiano guardare dentro loro stessi e ritrovare la loro umanità.

Scusate se oggi mi sono un po' troppo dilungata rubando troppo del vostro tempo.
Buona giornata :)

Piacevole spaesamento

L'altro giorno giravo per casa con la necessità di leggere la vita raccontata, inventata o vera che sia. Ovviamente siccome non mi faccio mancare niente, anche la mancanza di soldi oltre alla mancanza di amore ci sta bene. Quindi voglia matta di leggere e impossibilità di acquistare. Ho aperto gli scaffali alla ricerca di qualunque cosa, tipo bulimica davanti al frigorifero.
Alla fine della mia ricerca ho trovato un libro risalente a circa 10 anni fa, ancora ricoperto dalla plastica, mai aperto perché assolutamente fuori dai miei interessi, arrivato in casa con uno di quei club dei lettori tanto in voga negli anni 80-90. Il genere Ken Follett e simili proprio non fa per me. Ma la disperazione era tale e il bisogno di sentirmi raccontare una storia viscerale, che ho aperto il libro e mi sono messa a leggerlo.

Va bene così! E' necessario, spaesante e utile a volte usicre dai propri cosnueti sentieri/pensieri.

Si tratta di "October" di Daniel Silva. Mi sembra sia stato pubblicato nel 1998 e dentro c'è tutto l'11 settembre e dintorni, incredibile!

Comunque per prossimi attacchi nulimici di voglia di libri me ne andrò a fare un bel giro in una bella biblioteca.

sabato 4 dicembre 2010

Così vicino

Voglio andare a dormire e sognare il più dolce degli uomini, che possa guardare i miei occhi per leggerci dentro, che possa tacere per ascoltarmi, che possa emozionarsi con me.
Oggi ho avuto la vicinanza di un uomo che mi fa vibrare, un papà, non il mio uomo naturalmente, era così vicino mentre parlavamo, io ho preferito non ritrarmi. Di lui, non il mio ma di un'altra, ci sono delle parole che mi lasciano senza fiato, ma tenacemente allontano da me il desiderio. Non sono cose per me, non che mi dispiacerebbe far stare il mio lui un po' nei miei panni, ma non mi piace affatto saziare i miei desideri nel dolore altrui, per quanto profonda sia la mia fame e delizioso il pasto a cui scelgo di rinunciare, anzi ancor prima scelgo di non pensare.