lunedì 11 aprile 2011

Il peso di vivere

Per la maggior parte del tempo della mia vita, delle mie giornate, la vita mi appare pesante, faticosa.
Tutto e ogni cosa mi pare sia più difficile di quello che è necessario che sia.
Non mi sto lamentando che la vita non sia una passeggiata, perché lo so che per ciascuno di noi la vita richiede tutto da noi.
Sto invece dicendo che mi pare che ogni cosa della mia vita richieda troppo, più di quello che è dato che sia. Ho la sensazione di avere meno forze (fisiche, emotive, psicologiche, spirituali) di quelle che occorrono per arrivare almeno al minimo sindacale.
Ultimamente mi trovo a pensare che le cose che leggo, che vedo, che ascolto, le uniche cose che mi facciano sentire autenticamente me stessa, siano in realtà un inganno che pongo a me stessa, perché non c'è vita reale nell'evasione e se l'evasione non ci è utile a stare a terra in modo migliore allora ci incanta e ci porta via per non posare mai davvero i piedi per terra. Perché per me è troppo doloroso camminare nei sentieri della mia vita.

Questo mio piccolo spazio è uno sfogo discreto e silenzioso, confortante, per i momenti come questi, la possibilità di parlare fuori da una vita in cui mi si chiede in continuazione di tacere. E' uno spazio che mi restituisce la soddisfazione di dire la mia quando Lui continua a far gocciolare sangue dalla ferita che mi ha impresso tanti anni fa quando ha deciso di entrare nella mia vita. E' un piccolo spazio nel quale riesco a dire delle cose che era difficile dire.Un delicato rifugio per il mio piccolo cuore.

Mi piace associare alle mie parole di oggi il libro "Silenzi" di Emily Dickinson.

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