venerdì 22 aprile 2011

Per ridere per piangere

Oggi voglio segnalare due film, uno per ridere e uno per piangere, dipende da che cosa abbiamo voglia o bisogno di fare.

Per chi vuole ridere c'è "Benvenuti al Sud", ci riconcilia con la vita in una giornata no.


Per chi vuol piangere, o meglio per chi ha volgia di sentimento e di un antico sano femminismo c'è "Il club di Jane Austin". La mia relazione con Lui è simle a quella che c'è tra l'insegnante di Francese e il marito che la ignora, la trascura, non la vede e non la sente. Con la differenza che, grazie a Jane Austin, il marito riesce a vedere la meravigliosa moglie. Lui invece continua imperterrito a non vedermi, forse è impegnato a guardare da un'altra parte, un'altra o altre donne.


Lui questa mattina mi ha massacrato, quel che dopo che era andato via mi faceva piangere è che per non dover dialogare con me alla pari mette tutto sullo scontro in modo da controllarmi e per tenermi davvero in pugno manipola tutte le mie debolezze che confesso o che lui riesce a scorgere e me le sbatte in faccia superamplificate e con crudeltà. Dopo che accende la discussione, mi fa sentire che sono stata io a causare la lite per motivi futili, mi fa sentire colpevole per ogni problema piccolo o grande che esiste e infine mi dice che a me piace vivere così e che invece lui è diverso da me, non è come me che provo gusto a stare male, Lui invece è stufo di vivere così (poi per "così" non so e non ha detto che cosa intende). Dirmi che mi piace soffrire è una cosa che mi ha fatto molto molto molto male, lo trovo da parte sua un trattamento crudele nei miei confronti. Poi quando mi ha piegato con i suoi maltrattamenti, con la paura che mi incute quando mi parla, mi fa sentire che l'unico modo per far andar bene le cose è fare quello che dice Lui come dice Lui. E' Lui che stabilisce che mi dovrebbe fare piacere uscire con i figli, io non posso dire che a me uscire fa schifo e ancor di più con i figli, perché Lui userebbe questa informazione contro di me e mi distruggerebbe, mi fa passare come un'isterica emotivamente instabile. Quindi come mi sento non conta, Lui dice che uscire con i figli è bello e divertente, allora io devo far morire quello che sento dentro e fingere di essere felice come Lui vuole e fare quello che Lui vuole. Se non lo faccio sono una a cui piace stare male e litigare. E poi di quello che penso e sento dentro di me non importa assolutamente meno di niente, l'importante è agire, fare cose, quello che dice Lui e come dice Lui.
Tanto poi mi ricorda sempre che è stufo, quindi è sempre dietro l'angolo che mi metta di nuovo le corna o che mi lasci di nuovo. Prospettando queste possibilità mi fa vivere nel terrore e allora davvero non conta niente quello che sento, conta solo obbedire agli ordini e accontentarlo perché non mi lasci o non mi tradisca. Tanto accontentare un aguzzino è solo un'illusione.

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