venerdì 8 aprile 2011

Soldi e potere

Ieri ancora una volta sono riuscita per la prima volta dopo tanti anni a dirgli una cosa di grande importanza e determinante per me e per la nostra relazione.
Gli ho parlato dell'uso che Lui fa dei soldi del nostro nucleo familiare e del potere che esercita su di me attraverso i soldi.

Nei lunghi anni della nostra convivenza io ho sempre lavorato per Lui, il mio stipendio è sempre stato gestito da Lui, come anche il suo. Gestito da Lui significa che io non ho mai avuto soldi miei da poter gestire secondo il mio criterio. I soldi li ha sempre tenuti Lui con le seguenti conseguenze: io non ho mai saputo quanti soldi abbiamo realmente; io non ho mai potuto fare progetti o pianificare attività che richiedessero l'uso di soldi; io non ho mai avuto diritto di veto sulle sue scelte di spesa comprese scelte sostanziose, vengo solo informata (non in tutti i casi) di quello che Lui ha già fatto o che intende fare ma se io non sono d'accordo non importa perché Lui lo fa ugualmente.

Gli ho detto chiaramente queste cose come non avevo mai fatto e ho aggiunto che questo è un modo di non rispettarmi e di non considerarmi, non mi tratta come una compagna ma come una sottomessa. Inoltre il mio potere di contrattazione è nullo considerato che se a me qualcosa non va bene io non posso neanche dirlo perché Lui mi punisce in modi che mi fanno soffrire: mi dice che non ho capito, mi schernisce, banalizza quel che dico, mi fa passare per una emotivamente instabile, si arrabbia spaventandomi, mi accusa di essere polemica o di cercare la lite o di creare dissidio in fmaiglia, non mi parla, si isola, mi ignora e così via.

Ho voluto anche sottolineare come questo sia un modo maschilista di esercitare il suo potere economico. Lo trovo anche vile perché quando si tratta di lavorare gratis per lui, di rimanere a casa per occuparsi dei figli, allora siamo una famiglia, ma quando Lui ha i soldi in mano i soldi sono suoi e ci fa quel che vuole quando e come vuole, io posso solo dire di sì e stare zitta, perché se non mi sta bene Lui me la fa pagare amaramente. Se sono arrabbiata o triste non devo dimostrarlo perché disturbo la quiete familiare e se Lui poi mi viene vicino perché gli serve di "scaricarsi" io sono quella fredda e distaccata.
Scusate se mi sono dilungata.

Libro del giorno "Diario di un dolore" di C.S.Lewis. Mi ha colpito che il noto romanziere per parlare del dolore per la perdita della moglie abbia usato uno pseudonimo. Leggete la bella recensione che vi dà sicuramente meglio di me il sapore di questo libro.

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